Vittoria Sioux: gli investitori non vogliono che l'oleodotto passi più per le loro terre...




Pressioni sulle banche che finanziano l'operazione: rischi per la reputazione



Una vittoria. Nonostante le pressioni di Trump e degli affaristi da lui protetti alla fine l'eco della lotta spaventa.
Infatti gli investitori sono scesi in campo per i Sioux. E fanno pressing sulle banche che finanziano l'oleodotto Dakota Access, in totale 17 fra cui Intesa Sanpaolo, affinché spingano per cambiare la rotta dell'infrastruttura in modo che non passi più sulle terre dei nativi americani. 
Una novità clamorosa anticipata dal Financial Times.
 In una lettera 120 investitori, fra i quali il fondo pensione della California Calpers che vale 300 miliardi di dollari, si sono rivolti alle banche finanziatrici citando i 'rischi' per la reputazione degli istituti finanziari se non saranno affrontati e risolti i timori sull'oleodotto, che continua a spaccare l'America. 
Il presidente Donald Trump ha dato il via libera alla maxi infrastruttura, in uno schiaffo ai nativi americani che contestano il passaggio dell'oleodotto sulle loro terre. Sostenuti dagli ambientalisti, i Sioux hanno presentato appello contro la decisione di Trump. Ma la loro richiesta alla giustizia di bloccare il progetto è stata respinta.
 Al loro fianco sono scesi ora in campo gli investitori, 120 per asset complessivi pari a 653 miliardi di dollari. 
"Le banche con legami finanziari con l'oleodotto Dakota potrebbero essere coinvolte in controversie e trovarsi ad affrontare danni al loro marchio e alla loro reputazione se i consumatori'' decidessero di boicottarle per via del loro appoggio all'iniziativa", è stato scritto nella lettera...

(Globalist)

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